Compiti e funzioni fondamentali

La competenza tecnica specifica del coordinatore pedagogico sembra definirsi nel fatto che sia gli aspetti organizzativi che quelli pedagogici e quelli relazionali devono essere composti in un progetto gestionale coerente del servizio educativo per l'infanzia. È per questo che il mestiere di coordinatore sembra trovare la sua unità." (da "la gestione dei servizi educativi comunali per l'infanzia e le figure dei coordinatori" Musatti e altri CNR).
I coordinatori integrano l'esercizio di funzioni organizzative e tecnico educative sia relativamente alla gestione dei servizi, sia relativamente al rapporto con gli educatori, ma tale integrazione risulta non priva di complessità e contraddizioni.

I compiti di governo e di organizzazione del lavoro comportano infatti assunzione di responsabilità e funzioni di controllo, modalità spesso caratterizzate da interventi a posteriori tendenti a stimolare atteggiamenti difensivi che non favoriscono certo la consulenza psicopedagogica e gli interventi di formazione (cfr. G.Lai "Gruppi di apprendimento" Boringhieri).

Funzioni organizzative e compiti trasversali

Per limitare, per quanto possibile, una confusione di ruoli e una difficoltà operativa, pare opportuno operare attraverso una strategia di divisione dei compiti: tutto ciò che riguarda l'organizzazione del servizio è suddiviso trasversalmente tra le coordinatrici, mentre ogni coordinatrice è referente pedagogica per i plessi che le sono attribuiti. Il responsabile del Coordinamento pedagogico, oltre a presidiare e favorire la collegialità delle decisioni e degli atteggiamenti, ha a sua volta compiti trasversali.
In questo modo si cerca di mantenere un contesto favorevole alla costituzione di una buona "alleanza di lavoro" tra referente ed insegnanti per i compiti relazionali e pedagogici, spostando dalla singola referente a tutto il gruppo di coordinamento l'assunzione di decisioni e proposte. Infatti le decisioni, riguardando aspetti gestionali e organizzativi per la realizzazione degli obbiettivi posti dall'amministrazione, potrebbero colludere con gli interessi di categoria del personale, o comunque costituire occasioni di contenzioso o di dibattito in un ambito diverso da quello della formazione.

Compiti trasversali delle coordinatrici possono essere quelli relativi alla gestione organizzativo-educativa di programmazione, formazione delle sezioni, laboratori in orario curricolare, progetti genitori, gestione sociale, integrazione disabili, sostegno alla qualità, individuazione e incremento nuove tipologie di servizi, documentazione educativa, comunicazione informazione, diffusione cultura dell’infanzia attraverso vari strumenti e iniziative. È importante che il Coordinamento definisca criteri e priorità che regolano gli interventi organizzativi e finanziari e realizzi le opportune verifiche, soprattutto rispetto alla gestione del personale e alla gestione dei singoli plessi.

Infatti si ritiene irrinunciabile una rigorosa continuità tra gli obiettivi educativi individuati e gli strumenti concreti e quotidiani (organizzativi appunto) di cui i servizi sono dotati, in modo che i secondi discendano coerentemente dai primi e non viceversa.

Compiti trasversali possono essere relativi a specifiche tematiche sulle quali i singoli componenti del coordinamento si specializzano fino a diventare esperti e consulenti dei colleghi, i quali rimangono pur sempre i referenti unici dei plessi che gli sono assegnati. L'organizzazione del servizio deve essere costantemente oggetto di riflessione e verifica per la realizzazione delle finalità, coniugate con gli obiettivi di contenimento della spesa, stabiliti dall'amministrazione. A ciò vanno aggiunte, nella stessa ottica, funzioni progettuali relative alla programmazione del numero e della tipologia dei servizi e degli interventi educativi rivolti all'infanzia e alle famiglie nella città.

Funzioni pedagogiche

Sul versante delle funzioni pedagogiche, didattiche e relazionali spetta al coordinamento il compito generale di promuovere lo sviluppo culturale e sociale del servizio.
Il coordinamento pedagogico inoltre:

  • Sostiene la programmazione dei collegi docenti e dei collettivi relativa all'attività educativa e didattica.
  • Elabora le ipotesi pedagogiche e le linee metodologiche.
  • Individua gli strumenti di verifica.
  • Garantisce l'omogeneità degli indirizzi, pur nel rispetto dell'autonomia degli stili e delle opzioni individuali.
  • Favorisce la circolarità delle esperienze.
  • Valorizza e incentiva la documentazione.
  • Contribuisce alla promozione della gestione sociale.
  • Favorisce e sostiene le relazioni con le famiglie.
  • Mantiene rapporti con l'U.S.L. relativamente agli aspetti della salute ed in particolare con il servizio di neuro psichiatria infantile e di riabilitazione in ordine alla collaborazione per l'inserimento dei bambini disabili.
  • Organizza la formazione e aggiornamento in servizio.

La formazione

Si occupa della formazione in servizio attraverso la programmazione e la realizzazione di specifici progetti di aggiornamento mirati ad approfondire tematiche pedagogiche specifiche e culturali più ampie, ad acquisire tecniche, strumenti, conoscenze, ad attivare gruppi di discussione,di ricerca o altro.
Il delicato e strategico compito dell'analisi dei bisogni e della domanda di formazione che il personale esprime spetta al coordinamento pedagogico. Partendo dalle riflessioni e dalle elaborazioni emerse nei team, negli incontri di formazione e dalle proprie considerazioni nate nel lavoro di supporto al personale, il coordinamento si sforza di leggere oltre le richieste più esplicite e immediate per ricondurle a bisogni più profondi e complessi.
Occorre precisare, inoltre, che l'obiettivo di formazione non si esaurisce nella programmazione degli specifici corsi di aggiornamento, ma si riconoscono formativi anche gli incontri collegiali (team e sezioni): sono questi infatti momenti istituzionali, i "luoghi" di incontro e collaborazione previsti dalla referente pedagogica con gli insegnanti.
Tali compiti di formazione, di sostegno e indirizzo alla pratica educativa sono più opportunamente realizzati con le modalità della "consulenza tecnica" alle educatrici e si colloca, per definizione, fuori dalla gestione di un controllo burocratico.

La consulenza tecnica

La consulenza tecnica è un intervento orientato ad attivare le risorse esistenti e ad incentivare la responsabilità delle persone. Si basa su una buona alleanza, fuori da atteggiamenti valutativi, tale da consentire a ciascuna persona di "fidarsi" ad esplicitare e affrontare le difficoltà reali che incontra nel proprio lavoro, anziché tacerle ed esibire un buon funzionamento solo apparente.

Si tratta quindi di reale formazione in servizio relativa soprattutto a quei difficili aspetti che riguardano la formazione delle persona con il rapporto ad altre persone (bambini, genitori, colleghe) e agli aspetti di indirizzo alla progettazione educativa. Per ottenere risultati efficaci la consulenza tecnica richiede tempi lunghi e continuità, incontri stabili e calendarizzati che funzionino quali "contenitori" prevedibili e garantiti affinché personale educativo possa riconoscerli come spazio per sé dove poter: ascoltare riflessione, esprimere i propri pensieri, analizzare e calibrare i propri interventi e comportamenti, esprimere e confrontare obbiettivi, mettere in circolo le proprie esperienze promuovendo in tal modo la necessità della verifica.

Modalità di lavoro di gruppo del coordinamento

Anche le coordinatrici, però, come le educatrici hanno bisogni emotivi e cognitivi quindi necessità di contenitori stabili e di aggiornamento e formazione in servizio per sé. A tale scopo, oltre che programmare propri corsi mirati di aggiornamento, si ritiene importante istituire una riunione settimanale, o comunque periodica, che diventi il luogo per condividere ed affrontare i comuni problemi di lavoro: dalla conduzione dei gruppi di insegnanti, alle problematiche del singolo bambino o di relazioni con i genitori o di conflitti fra il personale. Un luogo, inoltre in cui prendere decisioni e programmare lo sviluppo e l'organizzazione del servizio, un momento importante ai fini della condivisione per esprimere i motivi del consenso o del dissenso e ritagliare una progettualità sufficientemente condivisa. E' strumento per garantire tranquillità ed autonomia a ciascun componente nella realizzazione del compito assunto e perché tutto il gruppo continui a sentire propri i lavori portati avanti dagli altri.

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