Immagine di Giuseppe Bigagli
Trasformò la piccola officina del padre nella più importante azienda meccanica di Prato negli anni Venti del secolo scorso, capace di importanti innovazioni e iniziative imprenditoriali. Protagonista della ricostruzione post bellica, oltre agli impegni in azienda, ebbe un'intensa presenza nella vita pubblica.

Giuseppe Bigagli nacque il 18 luglio 1901, anno nel quale il padre Amerigo, diplomato alla Scuola di arti e mestieri Officine della Pietà, fondò "l'Officina Meccanica Baroncelli & Bigagli". Nel 1920 Baroncelli si ritirò e Amerigo fece entrare in azienda i figli; G., primogenito con studi al Collegio Cicognini e diploma di disegno tessile e meccanico dell'Istituto Tecnico Buzzi, fu nominato amministratore. L'azienda uscì presto dal calco della piccola officina affermandosi nella produzione di carbonizzatori, follatrici, garzatrici, presse e montacarichi. Nel 1927 aveva un centinaio di dipendenti ed era la più importante azienda meccanica di Prato. Il regime autarchico, prima, e i conflitti bellici, successivamente, imbrigliarono l'attività industriale pratese che subì pesanti danni proprio nei suoi impianti produttivi. G. fu uno dei protagonisti della ricostruzione e nel 1950 fu eletto presidente dell'Unione Industriale. In questi anni le officine Bigagli lanciano, con il modello "P", i primi assortimenti di carderia e le filande self-acting e nel 1962, grazie ad un accordo con una azienda belga, iniziano a produrre anche i filatoi ring. I fratelli Bigagli diedero vita ad una costellazione di iniziative imprenditoriali; tra le partecipazioni spiccano il lanificio Angiolo Villoresi, la Carbonizzazione di Colle, il Tubettificio Nazionale di Lucca (che poi si trasferì a Prato con il nome A.T.E.L.I.T.), la tintoria della famiglia Alphandery, il Lanificio di Santorezzo (tessuti a pelo), Capucine (tessuti a maglia), la fattoria di Gricigliana, e uno stabilimento balneare in Versilia. Nel 1965 l'azienda suggellò settanta anni di attività inaugurando un nuovo stabilimento (31.000 mq.) con linee architettoniche originali, carri ponte e un reparto fonderia. G. affiancò gli impegni in azienda con una intensa presenza nella vita pubblica rivelando una personalità estroversa: fu di nuovo Presidente dell'Unione degli Industriali dal 1958-1960 e membro della Giunta di Confindustria e del Consiglio di Acimit, (costruttori macchinati tessili); animatore del Comitato Pratese per la Viabilità (1944-1945); socio e consigliere della Cassa di Risparmi di Prato; membro del Terzo Ordine dei Domenicani e dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro; fondatore del Rotary club di cui ricoprì la carica di presidente nel 1961-62; fondatore e presidente (1961) dell'Azienda Autonoma di Turismo; direttore della rivista Prato Storia ed Arte (1960); fondatore e presidente (1967-69) del Centro Internazionale di Storia Economica "Francesco Datini"; console del Touring Club Italiano e Consigliere del Comune di Prato, eletto come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana. Giuseppe Bigagli morì il 15 maggio 1983. a.b.

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