Immagine di Giovanni Bertini
Protagonista del cattolicesimo sociale, frequentò la facoltà di Giurisprudenza di Pisa ed ebbe come maestro Giuseppe Toniolo. Fu parlamentare e tra i fondatori della Confederazione Italiana del Lavoro. Partecipò al congresso di fondazione del Partito popolare di don Sturzo. Ministro dell'Agricoltura nel 1922, venne eletto all'Assemblea Costituente nel 1946 e senatore dal 1948.

Giovanni Bertini nacque a Prato il 24 maggio 1878 e già da studente al Collegio Cicognini si impegnò a orientare l'azione dei cattolici con concretezza nel campo sociale. All'Università di Pisa, dove frequentò la facoltà di Giurisprudenza, ebbe come maestro Giuseppe Toniolo. L'incontro a Roma con Romolo Murri lo spinse su posizioni più estreme. Intanto era stato eletto consigliere comunale a Prato nel 1903, poi ancora nel 1906, 1909 e 1912. L'ambiente cattolico pratese, come Bertini denunciò, non era ricettivo alle idee rivoluzionarie agitate dai giovani, per questo lasciò Prato e si trasferì a Bologna per fare l'avvocato e continuare la politica al fianco di Murri. In seguito aderì alle tesi più realistiche di Luigi Sturzo. Eletto nel 1913 in Parlamento, fu tra i fondatori della Confederazione Italiana del Lavoro e nel 1919 partecipò con un ruolo di primo piano al congresso di fondazione del Partito popolare di don Sturzo. Sottosegretario nei governi di Nitti e Giolitti, grazie a lui ebbero notevole impulso i lavori della Direttissima e venne approvato il progetto della nuova stazione di Prato. Lo stesso Bertini intervenne alla posa della prima pietra il 12 giugno 1921. Fu poi ministro dell'Agricoltura nei due governi Facta (1922). Dopo l'avvento del Fascismo abbandonò la politica e si dedicò all'esercizio della professione forense, come penalista. Partecipò alla Resistenza e riprese l'attività politica dopo la Liberazione, entrando nelle file della Democrazia Cristiana. Eletto all'Assemblea Costituente nel 1946, senatore dal 1948, fu presidente della giunta delle elezioni di cui facevano parte, tra gli altri, Nilde Iotti, Piero Calamandrei, Giuseppe Dossetti e Sandro Pertini. Giovanni Bertini morì a Bologna, il 29 dicembre 1949, stroncato da un infarto. Due giorni dopo la salma venne trasportata a Prato, secondo le sue ultime volontà. p.t.

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