Immagine di Gaetano Magnolfi
Le numerose intuizioni di Gaetano Magnolfi cambiarono il volto della città: un asilo d'infanzia, un ospizio, una scuola per ragazzi bisognosi, un orfanotrofio. Istituì anche a Prato una Cassa, che col tempo diventerà la Cassa di Risparmio.

Operaio divenuto imprenditore e, poi, provveditore di carpenteria del Granducato, Magnolfi fu innanzitutto una nobile figura di benefattore filantropo. Si devono a lui molte intuizioni originali che hanno cambiato il volto della nostra città. Già nel 1833, grazie alla sua iniziativa e munificenza, fu fondato a Prato un asilo d'infanzia, che accoglieva settanta bambine di famiglie bisognose, educandole alla lettura e all'arte del cucito. Nel 1838 ottenne dal granduca Leopoldo il soppresso convento dei Carmelitani e lo trasformò in ospizio e scuola tecnica per ragazzi orfani e bisognosi: l'Orfanotrofio tecnologico della Pietà. L'istituto concesse spazi di laboratorio ad artigiani della zona purché assumessero come apprendisti gli orfani e li retribuissero per il lavoro svolto. L'innovazione dell'orfanotrofio tecnologico fu discussa ed indicata a modello nel terzo Congresso degli Scienziati, tenutosi a Firenze nel 1841. Sull'esempio della Cassa di Risparmio Fiorentina, ottenne di istituire anche a Prato una Cassa, che col tempo diventerà la Cassa di risparmio, strumento di sviluppo delle attività artigiane e dei commerci. Magnolfi appoggiò inoltre la richiesta di costruire una linea ferroviaria di collegamento Firenze - Prato - Pistoia. Il tratto da Firenze a Prato fu inaugurato nel 1848 e fu il Magnolfi a fornire le longarine di legno per i binari. Nel 1900 il suo monumento in bronzo fu collocato in piazza Santa Maria della Pietà, di fronte all'orfanotrofio. A dire il vero l'opera non piacque ai suoi discendenti, poiché rappresentava il Magnolfi in umili vesti di "legnaiolo" (in realtà Provveditore di carpenteria del Granducato). La statua fu trasferita successivamente in piazza del Duomo, ove rimase per circa un ventennio, per poi essere sistemata definitivamente nella sua sede originaria.

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