Immagine di Gaetano Bresci
Già nel 1892, a 23 anni, venne schedato come 'anarchico pericoloso' e relegato a Lampedusa. Ricevuta l'amnistia, emigrò negli Stati Uniti. Tornò in Italia al solo scopo di vendicare la sanguinosa repressione dei moti del 1898 a Milano: il 29 luglio del 1900, a Monza, uccise il re Umberto I con tre colpi di pistola. Condannato all'ergastolo, fu misteriosamente trovato impiccato nella sua cella.

Bresci nacque a Coiano, frazione di Prato, da una modesta famiglia contadina. Iniziò a lavorare in età adolescenziale in una filatura e prese contatti con il mondo politico. All'età di 15 anni entrò a far parte di un circolo anarchico di Prato. Nel 1892 fu condannato a 15 giorni di carcere per oltraggio e rifiuto di obbedienza alla forza pubblica, fu schedato come "anarchico pericoloso" e relegato a Lampedusa. Ricevuta l'amnistia sul finire del 1896, Bresci emigrò negli Stati Uniti, dove trovò lavoro come tessitore e frequentò la comunità anarchica di emigrati italiani. La notizia dell'onorificenza attribuita dal re Umberto al generale Bava Beccaris, dopo aver soffocato nel sangue i moti popolari del 1898, lo colpì a tal punto che decise di tornare in Italia per vendicare con un regicidio i morti di Milano. Bresci si esercitò scrupolosamente presso il Tiro a Segno Nazionale di Galceti, dove poneva distesi al suolo dei fiaschi per il vino, allenandosi a colpire e sfondarne il fondo facendo passare il proiettile per il collo della bottiglia. La sera del 29 luglio 1900, a Monza, durante una premiazione ginnica presenziata dal sovrano, Bresci uccise Umberto I con tre colpi di pistola. Dopo l'attentato, fu rapidamente processato e condannato all'ergastolo nel penitenziario di Santo Stefano, nelle Isole Pontine. Nel maggio 1901 fu trovato impiccato nella sua cella; l'ipotesi del suicidio apparve fin da subito poco convincente, dal momento che il prigioniero era sorvegliato a vista da due secondini. Tutti gli amici più stretti e i parenti di Bresci vennero arrestati nel tentativo di dimostrare che Bresci non aveva agito individualmente, ma aveva preso parte a un vastissimo complotto anarchico internazionale, del quale, naturalmente, non venne trovata alcuna prova. Nel 1990 a Carrara, terra di anarchici, è stato eretto un monumento in sua memoria. a.a.

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