Immagine di Eugenio Fantaccini
Nel 1911 divenne parroco di Chiesanuova e si distinse subito per l'intensa attività pastorale e sociale. Fu Vicario della Diocesi, ancora unita a Pistoia, per ben 37 anni. Nel periodo bellico rappresentò, nel delicato periodo del passaggio del fronte, l'unica autorità morale rimasta in città, un insostituibile punto di riferimento nell'opera di assistenza alla popolazione.

Monsignor Eugenio Fantaccini fu ed è ancora conosciuto come «Il Vicario di Prato». Entrato in Seminario da giovane, il 22 settembre 1905 fu ordinato sacerdote. Nel 1911 fu nominato parroco di Chiesanuova. Qui si distinse subito per un'intensa attività pastorale e sociale, che lo vide promotore, tra le varie iniziative, della prima Lega colonica pratese. Il 20 dicembre 1920 lasciò la parrocchia per divenire Pro-vicario generale della Diocesi di Prato. Due anni dopo divenne Vicario generale, incarico che mantenne fino alla morte, per ben 37 anni: un servizio particolarmente importante e delicato, poiché il Vescovo delle due diocesi unite di Pistoia e Prato risiedeva a Pistoia. Mons. Fantaccini fu sacerdote vero, appassionato ministro di Dio, ma anche instancabile promotore di opere sociali. Il suo ruolo divenne insostituibile nel drammatico periodo bellico: «... nel periodo del passaggio del fronte, dal novembre 1943 al settembre 1944, rappresentò l'insostituibile punto di riferimento, l'unica autorità morale rimasta in città nell'opera di assistenza alla popolazione colpita dalle distruzioni della guerra» (C. Caponi, «Il Vicario di Prato»). Forte del suo coraggio e della sua determinazione, organizzò lo sfollamento di migliaia di civili, si adoperò per il cibo, aprì i monasteri di San Vincenzo, San Clemente e San Niccolò ai perseguitati di ogni idea e religione. Gli stessi componenti del Comitato di Liberazione Nazionale per due mesi trovarono rifugio nel Conservatorio di San Niccolò. Conclusa la guerra, si dedicò anima e corpo alla ricostruzione materiale e morale. Ebbe un ruolo fondamentale nella nomina da parte della S. Sede del primo Vescovo residenziale, che accolse - nella persona di mons. Pietro Fiordelli - il 3 ottobre 1954, coronando un sogno secolare di tutta la città. Gravemente malato, morì il 1° settembre 1959. Le sue spoglie riposano nella Basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de' Ricci. g.r.

Aiutaci a migliorare il sito. Valuta questa pagina