Immagine di Dino Saccenti
Arruolato in Spagna tra le brigate garibaldine durante la guerra civile, venne arrestato dalla polizia francese e confinato dall'autorità italiana. Dopo aver partecipato alla lotta partigiana, alla Liberazione diventò sindaco di Prato e fu eletto alla Camera dei deputati nel 1948 e nel 1953. Partecipò ai lavori dell'Assemblea Costituente.

Nato a Prato nel 1901, entrò giovanissimo a far parte del movimento operaio. Sul finire degli Anni Venti, si iscrisse al Partito comunista italiano e, ben presto, ne divenne segretario della federazione milanese. Nel 1935 espatriò in Francia e, l'anno dopo, passò in Spagna nelle file delle brigate garibaldine. Combatté a fianco di Longo e Di Vittorio a favore della repubblica spagnola e, nella battaglia dell'Ebro, riportò gravi ferite, che ne compromisero la salute. Arrestato e messo sotto tortura dalla polizia francese nel 1940, venne consegnato alle autorità italiane, che lo confinarono a Ventotene. Prese quindi parte alla lotta partigiana dopo l'armistizio dell'8 settembre e, quando il Comitato di liberazione nazionale si insediò in Palazzo comunale nel settembre 1944, venne nominato sindaco della città. Nelle prime elezioni democratiche del marzo 1946, Dino Saccenti ottenne 23.041 voti di preferenza per la nomina a consigliere comunale. Venne quindi nominato Sindaco, carica che mantenne fino al 7 luglio di quell'anno. Contestualmente infatti era stato eletto deputato e partecipò ai lavori dell'Assemblea Costituente. Fu eletto alla Camera dei deputati nel 1948 e nel 1953. Fu per anni presidente provinciale dell'Associazione nazionale partigiani italiani, oltre che presidente dell'Associazione italiana combattenti e reduci di guerra. a.a.

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