Immagine di Clara Calamai
Fu una delle attrici più importanti del cinema italiano tra gli anni '30 e '40 del secolo scorso. Tra i suoi film più famosi, 'Ossessione' di Visconti. Di umili origini e di grande talento, lasciò la città per Roma, dopo lo 'scandalo' suscitato da una relazione sentimentale con un rampollo della Prato bene. Donna sensuale ed affascinante, ebbe una carriera cinematografica inarrestabile, che abbandonò da vera diva dopo il matrimonio con il conte Bonzi.

È stata una delle attrici più importanti del periodo dei "telefoni bianchi", che tra gli anni Trenta e Quaranta monopolizzò il cinema italiano. Una donna sensuale ed affascinante, una attrice di talento, rimasta troppo spesso ingabbiata nel ruolo di diva. Una pratese illustre entrata nel mondo del cinema per caso e subito "trasformata" in una presenza magnetica del grande schermo. Figlia di Priamo, capostazione al Serraglio, era l'ultima di tre sorelle. Dopo la scuola, Clara amava intrecciare la paglia che veniva usata per confezionare i cappelli, ma la sua bellezza appena sbocciata diventò presto il lasciapassare per l'ingresso nell'alta società pratese. Fu molto corteggiata, in particolare da un rampollo della Prato bene. Quel legame "scandaloso" per la differenza di ceto sociale alimentò pettegolezzi e malignità tra i benpensanti. Clara fu additata come una donna da cui stare lontano e si sparse persino la voce di una sua gravidanza. Clara, distrutta, tentò il suicidio: un colpo al cuore, il proiettile che non uccide per miracolo. La sua convalescenza fu anche la sua rinascita. Lontana da una Prato bigotta, Clara si trasferì a Roma e, come nelle favole, fu subito notata per la sua prorompente bellezza. Il passo sul set fu breve. Il regista Aldo Vergano la scelse per "Pietro Micca" (1938). Da quel momento la carriera dell'attrice pratese fu inarrestabile. Quaranta film in poco più di dieci anni tra cui "Ossessione" di Luchino Visconti. Poi, da vera diva, l'uscita di scena per amore e per volontà del marito, il conte Bonzi. Clara Calamai visse per scelta nell'ombra, tornando sul set solo in rare occasioni, ad esempio per "Le notti bianche" dell'amico Visconti e per "Profondo rosso" di Dario Argento. Ma il suo percorso di donna coraggiosa che sfida le chiacchiere e di attrice diventata diva, è entrato nella storia della nostra città e nella storia del cinema. f.b

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