Immagine di Cesare Guasti
Grande erudito, amico di Niccolò Tommaseo e di Gino Capponi, fu direttore dell'Archivio di Stato di Firenze, 'operaio' dell'Istituto San Niccolò di Prato, 'fratello' della Venerabile Misericordia di Firenze e per ben quindici anni segretario dell'Accademia della Crusca. La Chiesa gli riconobbe il titolo di 'venerabile' nel 1991 per la sua condotta di vita.

Nato a Prato il 4 settembre 1822, in un ambiente familiare molto religioso: due sorelle si fecero suore, tre zii erano sacerdoti. Studiò nel collegio Cicognini e dal 1840 iniziò a collaborare nella tipografia paterna come correttore di bozze e nel 1842 si fece terziario francescano. Nel 1848 il Guasti accolse inizialmente con favore il movimento risorgimentale, salvo allontanarsene quando l'iniziativa patriottica sembrò passare nelle mani dalla corrente democratica: fu molto critico nei confronti del governo di Montanelli, Guerrazzi e Mazzoni, così che il ritorno al potere del granduca Leopoldo lo vide premiato con l'incarico di archivista dell'Opera di Santa Maria del Fiore, a Firenze. Sposò nel 1853 Nunziatina Becherini, che presto lo lasciò vedovo e padre di sei figli, che educò con dedizione, ispirando loro gli alti ideali cattolici di cui era fervente sostenitore. Professava una particolare ammirazione per la figura del Savonarola, che considerava un santo, e condusse, di conseguenza, una vita esemplare, riservata ed operosa. Dotato di notevole erudizione e di un amore sincero per le tradizioni della sua città e della lingua italiana, dedicò la sua vita alla paziente ricerca della conoscenza attraverso l'investigazione degli archivi. Fu infatti direttore dell'Archivio di Stato di Firenze, "operaio" dell'Istituto San Niccolò di Prato, "fratello" della Venerabile Misericordia di Firenze e, soprattutto, per quindici anni segretario perpetuo della prestigiosa Accademia della Crusca. Amico del Tommaseo e di Gino Capponi, in un periodo di infuocata retorica risorgimentale, preferì dedicarsi ad una cultura più solida, basata sullo studio delle fonti. A questa passione abbinò un'idea di cultura fondata su valori etici, che si concretizzavano in una quotidiana pietà e in un continuo esercizio delle virtù cristiane. Critico del potere politico del papato, che giudicava «iniquo e profano congiungimento del temporale collo spirituale», fu contrario alla costituzione di un partito cattolico italiano, sperando sempre in una conciliazione tra Stato liberale e Chiesa cattolica. La sua condotta di vita, a seguito della causa di beatificazione avviata nel 1937, ha fatto sì che la Chiesa gli riconoscesse il titolo di "venerabile" nell'anno 1991. a.a.

Aiutaci a migliorare il sito. Valuta questa pagina