Immagine di Arrigo del Rigo
Artista di talento sia nella pittura, sia nel disegno, fu protagonista della cosiddetta Scuola di Prato ed ebbe contatti con Ardengo Soffici e Mino Maccari. Si uccise nel 1932, a soli 24 anni: fu trovato impiccato nella sua abitazione, con le mani legate, accanto aveva il 'Ritratto dell'impiccato' di Goya, uno dei suoi artisti di riferimento.

Nacque a Prato e trascorse la sua infanzia in famiglia. Di particolare importanza fu il suo soggiorno dal 1920 al 1921 a Corfù: fu proprio nell'isola greca che si risvegliò la sua fantasia e si manifestò la sua eccezionale predisposizione per il disegno. Entrò presto a far parte di quella che poi fu chiamata la "Scuola di Prato" insieme a Gino Brogi, Leonetto Tintori, Quinto Martini, Giulio Pierucci e Oscar Gallo. Fu uno dei protagonisti della vita artistica di quel non facile periodo; conobbe Ardengo Soffici e collaborò alla rivista "Il Selvaggio" di Mino Maccari, dopo aver ricevuto lezioni all'Istituto d'arte di Porta Romana sotto la guida di Libero Andreotti e frequentando Giovanni Costetti. Nel gruppo era il più introverso e il suo arresto per sospetto antifascismo, insieme a Gallo, Tintori e Dino Fiorelli, inciderà poi notevolmente sul suo carattere. Fu geniale sia nella pittura, nella quale ritrasse tutti gli angoli della città, sia nel disegno dove portò tutta la sua ironia, che spesso sfociava nell'amarezza. Il 26 febbraio del 1932 fu trovato nella sua abitazione impiccato con le mani legate. Aveva accanto il "Ritratto dell'impiccato" di Goya, uno dei suoi riferimenti artistici. Fatalità o suicidio? La morte rimarrà sempre avvolta dal mistero, ma chi lo conosceva propende per la seconda ipotesi. Aveva soltanto 24 anni ed era sicuramente destinato a un grande futuro. Il padre Giovacchino donò quasi tutte le sue opere al Comune, che gli dedicò una grande retrospettiva e una monografia. f.r.

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