Immagine di Armando Meoni
Scrittore e uomo politico, la sua carriera letteraria iniziò nel 1933, quando Mondadori gli pubblicò il romanzo 'Creare'. Fra i suoi titoli più importanti, 'La ragazza di fabbrica' del 1951. Molto impegnato nella vita della città, alla Liberazione fu vicesindaco e in seguito per molti anni consigliere comunale e provinciale. Dal 1946 al 1966 fu anche presidente dell'Ospedale di Prato.

Nacque a Prato il 18 gennaio 1894. Natura curiosa e talento precoce, Meoni, prima della maggiore età, fu militante socialista e cronista politico e letterario su periodici di area sindacale e progressista. Fu un futurista quasi della prima ora (a 15 anni entrò in contatto epistolare con Marinetti), attore mancato alla scuola di recitazione teatrale di Tommaso Salvini, studente delle Scuole tecniche del Cicognini, dove conobbe Kurt Suckert, poi Malaparte (un'amicizia ostinata, come tutte quelle tra persone così diverse, che durerà per sempre). Questa prima vertiginosa fase della vita di Meoni si concluse con un matrimonio (1915) e la partenza per la guerra l'anno successivo. Secondo il consueto genius loci pratese, Meoni, prima come impiegato e in seguito come rappresentante in proprio, si occuperà sempre di materie prime tessili, guadagnandosi con questo da vivere e, in più, ricavandone la fama, coltivata non senza una punta di civetteria, di scrittore "dilettante" e appartato: uno scrittore di provincia, ma non provinciale, insomma. La sua carriera letteraria iniziò nel 1933, quando Mondadori gli pubblicò il romanzo Creare. Ma fu con l'editore fiorentino Attilio Vallecchi che Meoni trovò duratura sintonia: La Cintola (1935), Richiami (1937), Povere donne (1942). Alla liberazione Meoni fu vice-sindaco di Prato: inizio di un impegno amministrativo che lo vedrà per molti anni, affabile ma intransigente «come un giacobino senza il Terrore», consigliere comunale e provinciale e - dal 1946 al 1966 - presidente dell'Ospedale di Prato. Pubblicò quindi L'ombra dei vivi (1949), La ragazza di fabbrica (1951, per lui il massimo successo di pubblico, anche a livello internazionale), Assedio a Firenze (1956), Età proibita (1958), La cupidigia (1968), Prato ieri (1971), e altri. Scrittore solo apparentemente "realista", che amò esplorare i conflitti tra individuo e società, ma anche i tormenti dello spirito e della carne, Meoni lasciò anche una copiosa produzione di racconti e di articoli e almeno due incantevoli libri per ragazzi: Sparalagrossa e Pinnatonda. Alla morte, nel 1984, le spoglie di Meoni, massone da sempre, vennero cremate: ignoti amici disperderanno "illegalmente" le sue ceneri, quattro anni dopo, sul Bisenzio, al ponte di Canneto. s.f.

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