Immagine di Alberto Casella
Avvocato e uomo pubblico, ereditò dal padre Domenico la passione per la scena e per la scrittura drammatica. Dopo le prime prove letterarie, il grande successo arrivò nel 1924 con "La morte in vacanza", da cui venne tratto anche un film a Hollywood negli anni Trenta. Nel 1998 ne è uscito un remake dal titolo "Vi presento Joe Black", con Brad Pitt nel ruolo di protagonista.

Nato in via Garibaldi, figlio di Domenico Casella, avvocato e uomo pubblico assai noto ai suoi tempi in Prato, nonché grande appassionato di teatro, Alberto ereditò dal padre la passione per la scena e per la scrittura drammatica. Allievo, naturalmente, del Collegio Cicognini, dopo le prime prove letterarie che furono accolte con lusinghieri giudizi critici e subito rappresentate, la fama per Casella arrivò improvvisa, fragorosamente, nel 1924 con "La morte in vacanza", "favola tragica in tre atti", dove si racconta, appunto, di come la Morte decida di prendersi una pausa dal lavoro per mescolarsi agli uomini e conoscere così la Vita, sua eterna rivale. La scena si svolge in una villa frequentata da nobili molto frivoli, con i quali la Morte giocherà a carte scoperte, pur travestita da principe bello e tenebroso: troverà l'Amore in una fanciulla pura ed eletta e, disperati ma felici entrambi, la porterà via con sé allo scadere della "vacanza". La fiabesca invenzione divenne presto un cavallo di battaglia di Ruggero Ruggeri e la sua notorietà si sparse ovunque, soprattutto nei paesi anglosassoni, particolarmente sensibili a quelle atmosfere di gotico romanticismo che il dramma sapeva evocare. Nel 1934 ne fu tratto un film incantevole, "Death takes a holiday", per la regia del grande Mitchell Leisen e con Fredric March. Sempre a Hollywood ne è stato fatto un remake nel 1998, dal titolo "Vi presento Joe Black" ("Meet Joe Black"), dove il fascino stilizzato e magnetico di F. March è stato sostituito dall'atletico e sbarazzino Brad Pitt: non all'altezza del modello. Casella è stato anche un critico teatrale e un autore di radiodrammi: credeva fermamente, e non a torto, in un'estetica propria del teatro radiofonico. Si spense a Castel Fusano nel 1957, a pochi mesi e a pochi chilometri di distanza dal concittadino Malaparte. Le cronache Pratesi del tempo non fecero menzione della notizia. s.f.

Aiutaci a migliorare il sito. Valuta questa pagina