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Il rapporto fra Prato ed il Popolo Saharawi è sorto nel 1985, quando su iniziativa dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione, e dell'allora Assessore Ivana Marcocci, il Comune di Prato aderì alla campagna di solidarietà a favore della Repubblica Araba Democratica Saharawi accogliendo un gruppo di bambini nell'estate dello stesso anno.

Nel settembre 1985 il Comune si fece promotore di un Comitato Cittadino di Solidarietà con il Popolo Saharawi al quale aderirono le forze sindacali, i partiti, le associazioni del volontariato laico e cattolico, le categorie economiche e la Diocesi di Prato.

In quegli anni le iniziative di solidarietà da parte della Città di Prato, sono state numerose e sempre vivo è stato il sostegno politico verso la causa del Popolo Saharawi, costretto ad abbandonare il proprio territorio (Sahara Occidentale) nel 1975 a causa dell'occupazione da parte del Marocco, e a rifugiarsi nel deserto dell'Hammada, in Algeria, in situazioni al limite della sopravvivenza.

Dopo tanti anni di intensi rapporti con il Popolo Saharawi a novembre del 1998 il Consiglio Comunale di Prato ha incontrato ufficialmente il Vice Sindaco della Tendopoli di Bir Lehlu ed in quell'occasione è stato possibile illustrare a tutti l'attuale situazione politica, riferendo delle trattative con il Marocco, sotto la mediazione degli Stati Uniti, per lo svolgimento del referendum per l'autodeterminazione del Popolo Saharawi.

Il 19 marzo 1999 in Palazzo Comunale è stato firmato un Patto di Amicizia e Gemellaggio fra il Comune di Prato e il Comune di Bir Lehlu.
La decisione di formalizzare con un atto ufficiale il rapporto di amicizia avviato anni fa fra queste due città rappresenta oggi, un punto di arrivo importantissimo, frutto di un continuo lavoro che la Città di Prato ha tessuto sia a livello istituzionale che in altre sedi. è per questo che l'Amministrazione Comunale vuol considerare questo Patto di Amicizia non un semplice fatto formale, ma il punto di arrivo di un lungo percorso di solidarietà ed al tempo stesso un concreto atto di sostegno morale alla causa del Popolo Saharawi, impegnato in una difficile lotta per la libertà e la propria autodeterminazione.

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