Il Piano del colore è il documento con cui il Comune di Prato stabilisce principi e parametri per salvaguardare la qualità dell'aspetto esteriore degli edifici (intonaci, elementi decorativi e tinteggiature) negli interventi all'edilizia storica di Prato. È definito nel Regolamento Edilizio.

Il Piano del Colore a Prato

L'applicazione del Piano del Colore di Prato dal centro città è stata estesa a tutta l'edilizia storica. Dal 2003 è iniziata una nuova fase di gestione del Piano del Colore, questa volta esteso a tutta l'edilizia storica di Prato, ovvero agli oltre 9.000 edifici classificati nel Piano Regolatore Generale vigente nella categoria del Risanamento Conservativo (RC).

Gli strumenti di gestione

Presso l'Ufficio Centro storico è disponibile la "Cartella colori" stabilita in via definitiva come guida e norma tecnica agli interventi; tale strumento operativo contiene la "tavolozza delle matrici del colore", già facente parte della prima fase di attuazione sperimentale del colore, implementata dalla nuova serie dei "colori dell'antico", in applicazione del Piano del colore dell'edilizia storica di Prato.

Questo nuovo strumento di gestione viene ad aggiungersi alla pubblicazione del manuale "Guida alle norme degli interventi del colore. Procedure e modalità" (655.49 KB) File con estensione pdf  in uso dal 1999 che confluirà con l'apparato normativo di corredo nel nuovo Regolamento Edilizio (R. E.).

L'Amministrazione comunale continuerà a fornire il necessario sostegno tecnico ai cittadini ed agli operatori professionali, progettisti ed imprese, attraverso l'Ufficio Centro storico che svolgerà nei modi già collaudati in questi anni il ruolo di coordinamento e necessario indirizzo metodologico per il corretto svolgimento degli interventi.

Realizzazione del Piano del Colore
A cura di: Ingegner Stefano Ciuoffo (Assessore all'Urbanistica e Attuazione PRG del Comune di Prato).

Ideazione, progetto integrato e coordinato, direzione: Professore Architetto Giuseppe Alberto Centauro e Architetto Antonino Fimia.

Principi uniformatori d'intervento

Nel centro storico di Prato il programma di intervento per il Piano del Colore, per gli intonaci e le finiture delle facciate, assume un'importanza particolare in prospettiva del progressivo recupero dell'immagine e della valorizzazione dell'ambiente.
Tale processo risulta poi ancor più importante nei comparti urbani maggiormente alterati e degradati rispetto a quelli che hanno mantenuto una omogeneità maggiore con le qualità costruttive originarie.
Il rispetto dei materiali costruttivi ed il loro corretto impiego deriva, a questo proposito, dall'osservanza delle giuste compatibilità applicative tra struttura muraria, arriccio, intonaco e tinteggiatura che la varia stratigrafia degli interventi succedutisi nel tempo può o meno avere limitato.
In questa ottica, prima di essere fattore estetico, l'uso appropriato dei materiali di finitura (intonaci e coloriture) deve essere considerato elemento di qualità costruttiva.
Il Piano del Colore ristabilisce perciò alcune procedure fondamentali di approccio e di intervento determinando, oltre ad un appropriato uso della tavolozza dei colori, un corretto impiego tecnologico sia nei sistemi tradizionali che in quelli moderni.
Non s'impone per questo un piano vincolistico che agisca forzosamente, quanto un'attenta analisi delle condizioni conservative, dei fattori di degrado, delle qualità funzionali ed estetiche per ricreare in città una ritrovata coscienza del decoro urbano.

Nel continuo processo di trasformazione un posto di rilievo è costituito dallo studio dei colori e dei materiali. Tale studio si pone quindi come obiettivo quello di orientare, osservare e "normare" gli interventi di recupero e di rifacimento delle facciate.
A tale scopo il Piano del Colore ha individuato nell'ambito del centro storico di Prato ben 12 "aree urbane omogenee", ovvero ambienti caratterizzati da un analogo contesto storico ambientale, più o meno riferibile nelle prevalenze dei manufatti architettonici esistenti a colori tradizionali oppure a colori moderni.

Le compagini edilizie invece sono state suddivise in "unità minime di decoro", cioè per elementi unitari distinguibili per caratteri decorativi e stilistici propri che saranno trattati nelle precipue categorie d'intervento in ragione del loro intrinseco valore storico documentale.

UMD - Legenda dei colori

  • ROSA (categoria I) - Edificio (o parte di edificio) di rilevante valore ambientale, architettonico, storico artistico (ex lege 1089/39).
  • ROSSO (categoria II) - Edificio (o parte di edificio) di pregio artistico e/o interesse urbanistico ambientale.
  • ARANCIO (categoria III) - Edificio (o parte di edificio) di "costruito storico antico" di semplice valore, escluso dai tipi I e II.
  • GIALLO SCURO (categoria IV) - Edificio (o parte di edificio) di "costruito storico moderno" di semplice valore, escluso dai tipi I e II.
  • GIALLO OCRA (categoria V) - Edificio (o parte di edificio) di "costruito storico recente" di semplice valore, escluso dai tipi I e II.
  • GIALLO (categoria VI) - Edificio (o parte di edificio) di valore nullo.
  • VERDE (categoria VII) - Porzione complementare di edificio e/o superficie parietale con affaccio sul suolo pubblico, escluso dai tipi I e II.

Per approfondimenti consulta le schede informative Cosa fare per ristrutturare una facciata nel centro storico e Bonus facciate

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