Immagine di Leonetto Tintori
Pittore, scultore e capo restauratore alla Soprintendenza fiorentina. Trasformò con la moglie Elena Berruti una residenza a Vainella in una scuola di tecniche della pittura murale, attirando studenti da tutte le parti del mondo. Nell'88 donò la struttura al Comune.

Nacque a Prato l'8 novembre 1908. Fin da giovane si impegnò in diversi mestieri: lattaio, filatore, carbonaio, trovando il tempo di frequentare la scuola fino ad approdare verso i 18 anni alla scuola d'arte pratese "Leonardo". Si staccò dalla famiglia sui vent'anni impegnandosi nel lavoro di decoratore d'ambienti. Fondamentale fu il suo incontro con Ardengo Soffici che risiedeva nella vicina Poggio a Caiano. Il sodalizio fra i due ebbe lunga durata e fu ricco di molteplici esperienze, in particolare la ricerca dei pittori antichi da Giotto fino al Lippi e Masaccio. Iniziò la sua attività di restauratore e la fama del suo lavoro lo portò a lavorare intensamente sia in Italia che all'estero. La sua attività di scultore lo portò ad esporre già nel 1931 alla Quadriennale romana. Nella sua città, Prato, fu attento protagonista di quella scuola detta appunto "Scuola di Prato" insieme a Del Rigo, Brogi, e Martini. Nel pieno della sua maturità di uomo e di artista si cimentò con autentico successo nella ceramica, sapendo cogliere gli aspetti più semplici e veri del vivere quotidiano. Leonetto Tintori insieme alla moglie Elena Berruti, nel 1980 acquistarono una casa immersa nel verde di Vaianella, presso Figline, attrezzandola a scuola d'arte frequentata da giovani italiani e stranieri. Nell'88 Tintori fece dono della struttura al Comune di Prato. Artista poliedrico si impegnò con grande successo nella scultura con ceramica, bronzo, cemento, legno, e nella pittura con l'affresco, tempera, pastello, scagliola e mosaico. Unico artista della "scuola di Prato" ad agire in un ampio spettro di tempo. Le sue ceneri furono poste, insieme a quelle della moglie Elena, in un'urna, da lui stesso costruita, nel giardino di Vainella in mezzo alle sue sculture. Il Comune gli ha dedicato due grandi mostre, una Santa Caterina ed una al Museo di pittura murale in San Domenico.

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